Ecografia dei Linfonodi
I linfonodi sono strutture deputate alla difesa ed al controllo immunitario del corpo umano.
I linfonodi sono presenti in tutto l’organismo, sempre nelle adiacenze di strutture vascolari. Le principali stazioni linfonodali superficiali sono quelle di collo, ascelle, inguine. Linfonodi profondi sono invece presenti in addome e mediastino (dietro lo sterno).
Proprio attività di difesa del nostro organismo può provocare l’aumento di volume dei linfonodi. Questo evento è quasi sempre fonte di preoccupazione nel paziente ma non è necessariamente indice di un problema di salute serio.
Ecografia dei Linfonodi, linfonodi reattivi e patologici
I linfonodi localizzati superficialmente – dunque nelle tre stazioni linfonodali collo, ascelle, inguine – sono valutabili con estrema accuratezza attraverso l’ecografia. Una volumetria superiore al centimetro è già un indice di sospetto di gravità in relazione ad una eventuale malattia sistemica.
Proprio per la diversità dei quadri clinici che si possono presentare, è molto importante discriminare i linfonodi cosiddetti “reattivi” in un quadro infettivo/infiammatorio da quelli invece sicuramente patologici.
I primi, infatti, possono risultare ingrossati semplicemente perché è in corso una qualsiasi infezione (anche, semplicemente, un’influenza) e torneranno alla normalità dopo la scomparsa dell’infezione stessa. Discorso diverso vale invece quando l’alterazione del linfonodo sia causata da una patologia importante.
Per approfondire l’argomento, leggi anche l’articolo “Come guardo i linfonodi? Ecografia e TAC”
Clicca per il VIDEO L’Ecografia dei Linfonodi – Dr. Francesco Vulterini
Esami Precedenti e Quesito Clinico
Al momento dell’ecografia, il Paziente deve recare in visione al Medico Ecografista gli esami effettuati in precedenza (ecografie, lastre, altri referti, ecc.) utili per la valutazione del caso in esame anche in termini di evoluzione nel tempo. Per permettere una valutazione ecografica esaustiva, è inoltre di fondamentale importanza che sia chiaro ed indicato al Medico Ecografista il cosiddetto “Quesito Clinico”. Con tale termine si indica la diagnosi già accertata o sospettata, oppure il sintomo prevalente identificati dal Medico Curante del Paziente o dallo specialista che richiede l’effettuazione dell’esame ecografico. La conoscenza del Quesito Clinico consente al Medico Ecografista di conoscere il motivo della richiesta dell’esame e dunque formulare risposte clinicamente precise rispetto al quesito posto.