Esame Vestibolare
L’ esame vestibolare è un esame sia strumentale che clinico effettuato per la diagnosi delle vertigini. Infatti, esso permette di studiare la funzionalità dell’apparato vestibolare (posizionato nell’orecchio interno e formato dai tre canali semicircolari – il superiore, il posteriore ed il laterale – nonché dall’utricolo e dal sacculo). Questi elementi regolano nell’essere umano l’equilibrio: le alterazioni di uno di essi causano la vertigine.
Le vertigini di interesse dello specialista otorino sono le vertigini periferiche o oggettive (il paziente vede girare gli oggetti) e non le vertigini cosiddette “centrali” di interesse neurologico.
Esame Vestibolare: come si esegue ?
L’ esame vestibolare consiste in due tipologie di prove. Le prove cosiddette “spontanee” le quali valutano l’equilibrio del paziente osservando la reazione di quest’ultimo durante ciascuna prova e le prove cosiddette di “stimolazione calorica” che si effettuano irrigando l’orecchio con una certa quantità di acqua a 20 gradi centigradi. Questa stimolazione labirintica provoca dei movimenti involontari dell’occhio, il cosiddetto nistagmo, che non è altro che un riflesso oculo-vestibolare. Questi movimenti vengono osservati e contati dall’esaminatore il quale, sulla base del risultato delle prove spontanee e di quelle provocate, formula la diagnosi.
Esami Precedenti e Quesito Clinico
Al momento dell’esame, il Paziente deve recare in visione al Medico Specialista gli esami effettuati in precedenza utili per la valutazione del caso anche in termini di evoluzione nel tempo.
Per permettere una valutazione esaustiva, è inoltre fondamentale che sia chiaro ed indicato al Medico Specialista il cosiddetto “Quesito Clinico”. Ovvero la diagnosi già accertata o sospettata, oppure il sintomo prevalente identificati dal Medico Curante del Paziente. Il Quesito Clinico consente al Medico Specialista di conoscere il motivo della richiesta dell’esame e dunque formulare risposte clinicamente precise rispetto al quesito posto.